Wuxia, il fantasy orientale

Chi è uno xia?

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Spantman
view post Posted on 19/3/2007, 22:04




La parola xia si traduce per comodità come cavaliere, ma in realtà non esiste nel mondo occidentale un tipo di eroe che si possa paragonare facilmente ad uno xia, e probabilmente sono anche parecchio diversi dai samurai. Forse qualcosa in comune con i cavalieri ce l'hanno, come il valore da mantenere ed una certa propensione ad aiutare i deboli, rispettano le virtù marziali del wude, ma molto spesso ignorano le regole della società, arrivano anche ad essere ribelli o banditi. Infatti uno xia non è quasi mai un nobile, requisito fondamentale dei cavalieri occidentali. Questi ultimi inoltre usano esclusivamente la forza bruta, mentre gli xia sono solitamente molto intelligenti e se devono ricorrere alla violenza usano tecniche di arti marziali, o anche magie molto complesse.
Queste sono in particolare le caratteristiche più interessanti di uno xia. Egli supera i limiti umani grazie ad un intenso e lungo allenamento, e questo dovrebbe farci riflettere. Non si tratta spesso di individui con talenti o capacità particolari acquisiti alla nascita, tutte le loro tecniche le apprendono con il duro lavoro (la parola kung fu o meglio gong fu vuol dire proprio questo in realtà).
Non c’è da dimenticarsi però che gli xia sono pur sempre umani, quindi assieme ai pregi hanno anche difetti. Per esempio non è raro trovarne di malvagi e ambiziosi, spesso sono dediti al bere, mancano di pietà verso gli avversari e alcuni sono irascibili.
Quanto alla religione si può facilmente supporre che gli xia non siano quasi mai confuciani, data la loro indole antistatalista (anche per questo i romanzi wuxia erano vietati nella Cina comunista). Più facilmente erano atei o quasi, altrimenti taoisti e più raramente buddisti. In questi due ultimi casi però ci sono da menzionare i monaci buddisti e i preti taoisti, che non sono sicuro di poter annoverare all’interno della categoria xia, che delinea solitamente individui liberi da costrizioni quali possono essere le regole della vita monastica e di fatto poco attenti alla religione.
Uno xia usa quasi sempre armi, quelli che combattono esclusivamente a mani nude sono piuttosto rari. L’arma per eccellenza è la spada dritta (jian) ad una mano, poi si usano molto anche le sciabole (dao), le lance e i bastoni. Nella tradizione delle arti marziali cinesi però ci sono un’infinità di armi diverse anche piuttosto strane. Vorrei citare per esempio la Guan Dao, o sciabola di Guan, una sorta di alabarda che era stata forgiata per il leggendario Guan Yu, eroe del “Romanzo dei tre regni”, i coltelli a farfalla, le clave, i pugnali da lancio, le fruste, i bastoni snodati…
Per compiere tutte le loro imprese straordinarie gli xia usano il qi, l’energia vitale che scorre nel corpo attraverso i canali dell’agopuntura. Grazie ad esso gli eroi possono usare la tecnica di leggerezza e saltare come se pesassero meno dell’aria, oppure possono colpire l’avversario con attacchi potentissimi (a volte addirittura sfere o raggi di energia!). Le magie vanno spesso ovviamente ben oltre questo, a volte alcuni personaggi dei wuxia possono evocare piogge, creare illusioni, senza parlare di Sun Wukong, la scimmia protagonista del “Viaggio in occidente”, (ma in realtà questo non è un vero wuxia) che può moltiplicarsi strappandosi i peli, volare sulle nuvole, trasformarsi in qualunque cosa ed è armato di un bastone che si allunga (non vi ricorda qualcuno?).
Non dimentichiamoci però che gli xia sono stati anche figure storiche, tanto che ne parlò lo storico Sima Qian: “Egli onorerà la sua spada e di certo porterà a termine le sue azioni. Manterrà le sue promesse. Non gli importa di sé stesso, metterà da parte la sua vita e la sua morte per aiutare il prossimo in difficoltà. Non si farà vanto delle sue abilità, né loderà le sue virtù.”
:(tao):

Edited by Spantman - 31/3/2007, 14:54
 
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